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Euro o sovranità monetaria?

Stupisce la voluta disinformazione sulla relazione tra la crisi del coronavirus e la crisi dell’euro.
Stupisce anche la sorpresa di molti per le dichiarazioni di Draghi, che ha osato dire che la politica di austerità tedesca deve finire. Si pubblicano un’enormità di articoli inessenziali, concentrati sulle ‘pagliuzze’ invece che sulle travi. In realtà le cose sono facilmente interpretabili se viste in una corretta prospettiva storica.

Draghi, il più intelligente rappresentante delle elite mondialiste, non ha affatto cambiato parere ma cerca di salvare il controllo dell’emissione di moneta faticosamente conquistato, nell’arco degli ultimi tre secoli, da Rothschild € Associati (non me ne vorranno i Rothschild se li metto a capo delle 300 famiglie che governano il sistema bancario internazionale, perché questo è stato storicamente il loro ruolo).

In sostanza Draghi dice che è necessaria l’espansione senza limiti del debito pubblico per superare la crisi, acquisendo risorse illimitate dalla BCE e dal sistema bancario. Bello. Ma tutti si sono ben guardati da notare che ha sempre parlato di ‘debito’, mai di ‘regalo’. Ripresa a qualunque costo, anche a costo di far partire un’inflazione a due cifre (contraddicendo quando detto e fatto per tutta la sua vita) per mantenere il controllo dell’emissione della moneta-debito.

Questo è il vero obiettivo: mantenere ai banchieri mondialisti Rothschild-centrici il controllo della emissione della moneta, whatever it takes, a qualunque costo.
Draghi è solo in apparente contraddizione con quanto detto e fatto nella sua vita precedente: la gravità della situazione è tale che bisogna essere pronti a tutto pur di salvare il core business.

Ma perché Draghi è così preoccupato?

Perché uno Stato può indebitarsi solo se prende a prestito la moneta di qualcun altro. Se uno Stato avesse una sua moneta potrebbe emetterne quanta ne vuole senza alcun costo, senza dover pagare interessi a nessuno.
Ma l’attuale sistema occidentale non funziona così. Per un’abilissima strategia messa in atto, negli ultimi tre secoli, da Rothschild & Associati, gli Stati (quasi tutti) hanno delegato l’emissione della moneta a un sistema bancario privato.
Il cittadino deve sapere che l’emissione di moneta in quasi tutto il mondo (la Cina fa eccezione naturalmente) è in mani private. Chiunque usi quella ‘moneta’ diventa debitore della banca (privata) che gliela ha ‘prestata’, anche gli Stati stessi.

La storia di come sia avvenuta questa apparente follia è straordinariamente interessante e la bravura, la genialità e la perseveranza nei secoli di cui sono stati capaci Rothschild & Associati non può che portarci verso una malcelata ammirazione. Ma ciò esula dallo scopo del presente articolo.

Basti dire che il sistema si fondò per molto tempo sull’oro (la cui miniere erano appunto dei Rothschild & Associati) in un sistema chiamato gold-standard che però terminò nel 1971 quando il dollaro, l’ultima moneta convertibile in oro a tasso fisso, fu lasciato fluttuare liberamente da Nixon. Da allora tutte le monete sono fiat, cioè create dal nulla senza alcuna garanzia in oro o altro. Create da chi? Dalle banche e in particolare dalle banche centrali,  che però non sono controllate dagli stati ma sono ‘indipendenti’, cioè sono controllate da privati (questa banale verità è ancora conosciuta da pochi).

Ebbene il coronavirus e la drammatica crisi economica che ne risulterà sta rischiando di far saltare questo raffinato sistema di moneta-debito in mano privata, costruito così abilmente nell’arco dei secoli.

Le devastazioni economiche del coronavirus stanno comportando il rischio concreto  che tutti paesi europei riconquistino la loro sovranità monetaria, come fatto balenare, addirittura, del nostro timido e ossequioso Giuseppe Conte.
Ascoltate le stupefacenti parole di rara chiarezza dell’ex-ambasciatore italiano a Pechino Alberto Bradanini su Byoblu, che invoca il ritorno dell’Italia alla sovranità monetaria. In bocca ad un esperto diplomatico fanno rabbrividire.

 

Quando Draghi dice ‘spendete quello che volete’ non fa altro che difendere, abilmente, lo status quo, il bene primario, e cioè la stampa della moneta in mano privata, che rischierebbe altrimenti di saltare.
Il fatto che anche Macron, da buon impiegato dei Rothschild qual è, si ritrovi sulle stesse posizioni di Draghi è scontato.

Per comprendere la gravità di un simile scenario bisogna ricordare che Hitler nazionalizzò la Reichsbank, la Banca Centrale Tedesca, nel giugno del 1939 e che, immediatamente, ai primi di settembre, scoppiò la Guerra Mondiale.
E non vanno mai dimenticate le parole con cui il London Times etichettò la politica di Abramo Lincoln, che aveva avuto l’ardire nel 1862 di creare il dollaro di Stato libero da debito: ‘se questa scellerata politica finanziaria, che ebbe origine nella repubblica americana, si diffondesse, lo Stato avrebbe il proprio denaro senza costi. Salderebbe i debiti e resterebbe senza debiti. Avrebbe i fondi per portare avanti i propri compiti. Diventerebbe prospero senza precedenti nella storia della civiltà. I cervelli ed il benessere di tutto il mondo si trasferirebbero in Nord America. Questo Stato deve essere distrutto…” (Abramo Lincoln venne assassinato poco dopo, infatti, nell’aprile del 1965).

Ciò che preoccupa maggiormente Draghi è la Germania. Infatti, completato il processo di integrazione della Germania est, fatto pagare a Francia e Italia tramite l’euro, oggi le genti tedesche non hanno più bisogno della moneta comune.
Sono già riuscite a rimpatriare, in gran parte, il loro oro detenuto nei forzieri degli Stati Uniti (come ha fatto anche l’Olanda), e non aspettano altro che il dissolvimento del potere dei banchieri mondialisti doni loro il controllo sulla moneta.
Ne uscirebbero con un marco vincitore, finalmente dotato del suo Lebensraum, lo Spazio Vitale necessario al Quarto Reich, costituito dall’Olanda, dai paesi del Nord Europa e da parte di quelli dell’Est.

Il momento è cruciale. Se la Germania uscisse dall’euro sarebbe difficile per i banchieri mondialisti mantenere il controllo della sua banca centrale, con il declino di popolarità della Merkel e l’avanzata di Alternative fur Deutschland. Una forzata nazionalizzazione della Deutschebank, stracolma di derivati tossici, completerebbe il quadro.
Il sistema bancario tedesco (che non è mai stato integralmente privatizzato come invece lo fu quello italiano negli anni ’80) tornerebbe ad essere integralmente pubblico e soggetto al potere politico.

Poco conta che la Germania sia ancora occupata militarmente dagli Stati Uniti, che hanno e avranno tanti  problemi a cui far fronte che mineranno la loro compattezza. Se Trump vincesse le elezioni a novembre, il ritiro delle truppe anche dalla Germania comincerebbe presto.

La Germania sconfitta militarmente avrebbe vinto, più di settanta anni dopo, la guerra economico-finanziaria e riconquisterebbe l’autonomia ed il posto che le spetta nello scacchiere mondiale. E, curioso destino, avrebbe compiuto questo capolavoro sfruttando magistralmente la catastrofe del coronavirus (a cui, guarda caso, i tedeschi sono praticamente immuni) per vincere ‘la sua battaglia’.

E’ uno scenario che preoccupa oltremodo le elite globaliste, vista la spiacevole riluttanza delle genti tedesche a farsi dominare da banchieri apolidi, gran parte dei quali di ascendenza ebraica.

Che fare dunque per impedire che la Germania esca dall’euro e riacquisti il controllo pieno della sua moneta?

Per ora Draghi e Macron hanno detto: anche con il sistema attuale, la ripresa non sarà un problema perché si può e si deve spendere tutto quello che si vuole. Ma immagino che ci saranno, e non solo da loro, altre mosse.

I membri più intelligenti dell’elite globalista difficilmente rifaranno l’errore di abbandonare la derelitta Italia nelle fauci del Quarto Reich, Ed ecco quindi che Draghi si ripresenta a Roma come salvatore della patria, contraddicendo (in apparenza) la politica da lui portata avanti per decenni. Con Draghi Presidente del Consiglio la collocazione dell’Italia nello scontro in atto sarebbe assicurata: con Rothschind & Associati, whatever it takes.

L’improvviso amore per Draghi espresso da Salvini cosa vuole significare?
Di certo la rinuncia a mettere in discussione il sistema finanziario internazionale, sulla base, speriamo, di contropartite che a noi non sono note.
Che vi siano anche minacce personali, come quelle rivolte a Grillo per il suo scriteriato figliolo, che ne hanno determinato la sua morte politica?
Certo il destino di Abramo Lincoln, John Fitzgerald Kennedy (un altro eroe della moneta del popolo) e del nostro grande Aldo Moro (che fu l’unico italiano a stampare la banconota da 500 lire dello Stato senza passare dalla Banca d’Italia) insegnano.

Dobbiamo piegarci ai diktat del banchieri mondiali?

Certo stare dalla parte della Germania ci ha sempre portato male. Lo stesso Mussolini decise l’alleanza solo dopo che fu abbandonato dall’Inghilterra e a causa delle sanzioni, mentre prima voleva stoicamente ‘schierare i carriarmati al Brennero‘.

Pensare di fare da soli, di fare una scelta autonoma, è ovviamente impossibile. Nessuno ci farebbe scegliere da soli, le azioni e controreazioni devono essere messe in conto.

Quando il mondo era più semplice si poteva dire: ‘Comunque vada stiamo con gli Stati Uniti’. Ma oggi da che parte stanno gli Stati Uniti? Sentite cosa diceva Trump delle elite di banchieri globalisti nel 2016.

 

La Cina, la Russia, Cuba,  vecchi amori dei compagni comunisti ora dimenticati, ci aiutano e forse sono i soli a farlo. Ma possiamo permetterci una scelta di campo che assomiglia tanto a un salto nel vuoto?

Quale dovrà essere, insomma, il ruolo dell’Italia nello scenario geopolitico del dopo coronavirus?

  1. Stare con Draghi, Macron, Rothschild € Associati, che pure ci hanno massacrato negli ultimi 20 vent’anni, contrattando al meglio ma rinunciando alla sovranità monetaria?
  2. Stare con Trump, sperando in una sua rielezione e in un collasso della finanza internazionalista e, forse, tornando alla lira?
  3. Schierarsi a fianco delle potenze emergenti Cina e Russia, sperando in un loro consistente aiuto per riacquisire la sovranità monetaria e in una reazione modesta dell’impero morente?
  4. Schierarsi tra i paesi non allineati (come sembra fare l’India) cercando di fare da soli il più possibile e riacquistando, udite udite, la nostra sovranità monetaria senza aiuti?

Insomma la scelta, per tutti gli italiani, non solo per i nostri politici non è affatto semplice.
Conoscendo il nostro popolo non è escluso che procederemo in ordine sparso, cercando di saltare sul carro del vincitore quando avremo capito chi sarà. Magari cercando di non dimenticare la frase infausta: ‘Abbiamo bisogno solo di qualche migliaio di morti per sedersi al tavolo delle trattative da vincitori’.