- StoriaSegreta - https://storiasegreta.com -

L’imperdibile audizione del filosofo Agamben al Senato – 7 ottobre 2021

La data del 7 ottobre 2021 resterà nella Storia come quella in cui in Parlamento si è udita una delle ultime voci libere argomentare il suo dissenso sulla conversione in Legge del decreto di estensione del Green Pass.
Nelle audizioni in videoconferenza sul ddl n. 2394 (d-l 127/21 – estensione certificazione verde COVID-19 e rafforzamento screening) al Senato, il grande filosofo Giorgo Agamben ha stigmatizzato il decreto legge per quello che è: una scusa sanitaria per introdurre il Green Pass, uno strumento di controllo della popolazione destinato a non scomparire mai più e a rendere conclamata l’instaurazione di una Dittatura del Mondo Nuovo, ben peggiore di quella fascista e stalinista.
Si tratta di un intervento da mandare a memoria per la sua importanza, anche a futura memoria, visto che sono ancora pochi quelli che si rendono contro di quello che è accaduto. In questi giorni di ottobre 2021 il Parlamento Italiano si è definitavamente genuflesso di fronte a forze che con la democrazia ‘hanno ben poco a che fare’.

Ma dopo l’intervento di Agamben i parlamentari non possono più fare finta di non sapere: chi voterà a favore della conversione in legge sarà bollato per sempre come sostenitore della Nuova Dittatura e ne pagherà le conseguenze davanti alla Storia e alla sua coscienza.

E speriamo, prima o poi, anche di fronte alla Legge.

Si è creduto di fare cosa utile nel proporre la trascrizione integrale dell’intervento di Agamben (le evidenziazioni in grasseto sono nostre).

«Mi soffermerò soltanto su due punti che vorrei portare all’attenzione dei parlamentari che dovranno votare sulla conversione in legge del decreto.
Il primo è l’evidente, sottolineo la parola evidente, contraddittorietà del decreto in questione. Voi sapete che il Governo, con un apposito decreto legge il n.44/2021, detto ‘scudo penale’ ora convertito in legge si è esentato da ogni responsabilità per i danni prodotti dal vaccino (per quanto gravi possano essere questi danni) risulta dal fatto che l’art.3 del decreto in questione menziona esplicitamente gli articoli 589 e 590 del codice penale, che si riferiscono all’omicidio colposo e alle lesioni colpose.
Come autorevoli giuristi hanno notato questo significa che lo Stato non si sente di assumere la responsabilità per un vaccino che non ha terminato la sua fase di sperimentazione e tuttavia, allo stesso tempo, cerca di costringere con ogni messo i cittadini a vaccinarsi, escludendosi altrimenti dalla vita sociale, e ora, con il nuovo decreto che siete chiamati a votare, privandoli perfino della possibilità di lavorare.

È possibile, chiedo, immaginare una situazione giuridicamente e moralmente più abnorme?
Come può accusare di irresponsabilità chi sceglie di non vaccinarsi quando è lo stesso Stato che, per primo, declina formalmente ogni responsabilità in merito alle possibili gravi conseguenze dei vaccini (ricordate l’art. 589 e 590 morte e lesioni)?
Ecco, vorrei che i parlamentari riflettessero su questa contraddizione che, a mio avviso, configura una vera e propria mostruosità giuridica.

Il secondo punto sul quale vorrei attirare la vostra attenzione non riguarda il problema medico del vaccino ma quello politico del Green Pass che non deve essere confuso con il primo.
Abbiamo fatto tantissimi vaccini senza che questo ci obbligasse a esibire un certificato per ogi nostra attività. È stato detto da scienziati e da medici che il Green Pass non ha alcun significato medico ma serve ad obbligare la gente a vaccinarsi.
Io credo invece che si possa e si debba dire il contrario: e cioè che il vaccino sia un mezzo per costringere la gente ad avere un Green Pass, cioè un dispositivo che permette di controllare e tracciare in misura che non ha precedenti i loro movimenti.
I politologi sanno da tempo che le nostre società sono passata da un modello che un tempo si chiamava ‘società di disciplina’ al modello delle ‘società di controllo’, società fondate su un controllo digitale, virtualmente illimitato, dei comportamenti individuali che diventano così quantificabili in un algoritmo. Ci stiamo ormai abituando a questi dispositivi di controllo ma, vi chiedo, fino a che punto siamo disposti ad accettare che questo controllo si spinga?

È possibile che i cittadini di una società che si pretende democratica si trovino in una situazione peggiore dei cittadini dell’Unione Sovietica sotto Stalin? Voi sapete, forse, che i cittadini sovietici erano obbligati a esibire lasciapassare per ogni spostamento da un paese all’altro. Ma noi siamo obbligati a esibire un Green Pass anche per andare a un ristorante, anche per andare in un Museo, anche per andare al cinema, e cosa ancora più grave con il decreto in discussione anche ogni volta che si va a lavorare.
E inoltre come è possibile accettare che, per la prima volta nella storia d’Italia, dopo le leggi fasciste del 1938 sui non ariani, si creino dei cittadini di seconda classe che subiscono restrizioni che dal punto di vista strettamente giuridico (ovviamente i due fenomeni non hanno niente a che fare – parlo solo di una analogia giuridica) subiscano restrizioni che sono identiche a quelle che subivano i non ariani?
Soprattutto per quanto concerne la possibilità di lavorare. Ma in non ariani potevano circolare, potevano andare al ristorante.
Tutto fa pensare che i decreti legge che si susseguono l’uno dopo l’altro, quasi emanassero da una sola persona, vadano inquadrati in un processo di trasformazione delle istituzioni e dei paradigmi di governo della società in cui ci troviamo. Trasformazione che è tanto più insidiosa perché, come era avvenuto per il fascismo, avvengono senza che ci sia un cambiamento del testo della Costituzione. Avvengono surrettiziamente.
Il modello che viene così eroso e cancellato è quello delle democrazia parlamentari, con i loro diritti, con le garanzia costituzionali, e al loro posto subentra un paradigma di governo in cui, in nome della biosicurezza e del controllo, le libertà individuali sono destinate a subire restrizioni.
L’attenzione esclusiva sui contagi e sulla salute mi pare impedisca di percepire che questa grande trasformazione che si sta compiendo nella sfera politica… quale sia il significato di questa grande trasformazione… e impedisce di rendersi conto del fatto che, come gli stessi governo del resto non si stancano di ricordarci, la sicurezza e l’emergenza non sono fenomeni transitori ma costituiscono la nuova forma di governabilità.
Credo che in questa prospettiva sia più che mai urgente che i parlamentari considerino con estrema attenzione la trasformazione politica in corso (che non si soffermino solo sulla salute) che alla lunga del resto è destinata a svuotare il Parlamento dei suoi poteri, riducendolo come sta ora avvenendo ad approvare semplicemente in nome della biosicurezza decreti che emanano da organizzazioni e persone che con il parlamento hanno ben poca a che fare. Grazie».