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I Vaccinati si devono tamponare come i Non Vaccinati?

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha imposto l’obbligo di tampone per il personale sanitario ogni 4 giorni, anche se vaccinato (qui[1]). Analogamente Draghi ha introdotto il tampone obbligatorio per chi arriva in Italia, indipendentemente dallo stato vaccinale, beccandosi una ramanziana dalla Unione Europea (qui[2])

È giusto quindi che anche i vaccinati debbano sottostare all’obbligo di tampone per esercitare alcune attività?

Per saperlo basta esaminare i dati ufficali che l’Istituto Superiore di Sanità continua a pubblicare sul Bollettino di Sorveglianza Integrata, sul numero assoluto dei decessi, sui ricoveri in terapia intensiva, sulle ospedalizzazioni e sulle diagnosi per Covid-19.

Non si tratta di una informazione totalmente ‘vera’ perché i tecnici dell’ISS sono stati costretti a inserire delle distorsioni statistiche per favorire la versione ufficiale (una fra tutte l’incredibile ‘imprecisione’ che inserisce nella colonna ‘Non vaccinati’ la bellezza di 1,5 milioni di ‘Vaccinati’, quelli più critici perché hanno avuto la prima dose da meno di 14 gg.) ma senza dubbio si tratta ugualmente di informazioni preziose che saranno sempre più utili in futuro.

La narrazione alla base della istituzione del Green Pass è che i ‘Vaccinati’ non si devono tamponare perché non si ammalano, al contrario dei ‘Non vaccinati’ che sono i veri untori, furbetti e irresponsabili.
Ebbene i dati dell’ISS dimostrano inconfutabilmente l’esatto contrario.

Nell’ultimo rapporto del 15 dicembre si rileva che, nel mese precedente, si sono ammalati di Covid 205.000 ‘Vaccinati’ contro 115.000 ‘Non vaccinati’, cioè quasi il doppio. Con un Rt medio di 1,13 (che misura quante altre persone ha infettato un positivo) i ‘Vaccinati’ hanno infettato più di 230.000 persone contro le 130.000 dei ‘Non vaccinati’.

La situazione in realtà è ancora peggiore perché i ‘Vaccinati’ sono dotati di Green Pass e sono liberi di muoversi mentre i ‘Non vaccinati’ sono confinati e quindi i primi hanno un Rt molto maggiore di chi deve stare in isolamento.

I ‘Vaccinati’  sono quindi i veri responsabili della attuale diffusione dell’epidemia.

Molto tardivamente il governo ‘si è accorto’ che il Green Pass dovrebbe essere obbligatoriamente ritirato a un ‘Vaccinato’ positivo (anche se, ad oggi, non ci risulta che l’errore sia stato ancora corretto), ma ciò non risolverebbe comunque la situazione.

I ‘Vaccinati’ infatti si fanno il tampone solo quando accusano sintomi e nel frattempo spargono l’infezione ovunque. I ‘Non vaccinati’ invece sono costretti a farlo sia per poter lavorare sia per svago e risultano quindi molto più monitorati.

Istituire un Green Pass che permette ai vaccinati di muoversi liberamente, di lavorare e di svagarsi è quindi molto peggio di un’idiozia, è un vero e proprio crimine che dovrà prima o poi essere perseguito come merita.

I dati ufficiali esistono, con tutti i loro limiti, e non lasciano spazio all’ignoranza o peggio a interpretazioni di comodo.
Bene quindi ha fatto il governatore del Veneto Luca Zaia a imporre al personale sanitario (tutto vaccinato) un tampone ogni 4 giorni. Così si tutela la salute dei cittadini e non mentendo spudoratamente sulla falsa protezione di cui godrebbe un ‘Vaccinato’.

Sono i ‘Non vaccinati’ che non devono invitare ‘Vaccinati’ a casa loro per Natale, a meno che non si facciano un tampone, perché sono proprio questi ultimi i più pericolosi e i reali responsabili della diffusione dell’epidemia.

È però ovvio che, se tutti si devono tamponare, il Green Pass così come è stato proposto, perde qualunque senso. Perde anche ogni senso sospendere i medici e gli infermieri dalle loro mansioni, con buona pace degli Ordini professionali, perché tutti sono messi sullo stesso piano. È possibile che si trovi anche un qualche giudice che ritenga la sospensione priva di motivazione e quindi illegittima.

Un’altra incredibile facezia che si sente ripetere è che il vaccinato si ammala in modo più leggero e soprattutto muore di meno di chi vaccinato non è.
Sempre dai dati ufficiali ISS si evince che la probabilità di un malato di Covid di morire è più o meno la stessa, sia che sia vaccinato sia che non lo sia.
Fino alla fine di ottobre i ‘Vaccinati’ che si infettavano morivano addirittura un poco di più (1 paziente su 100 contro 1 su 120 dei ‘Non vaccinati’) mentre oggi hanno acquisito un leggero vantaggio (vedi grafico).
Ma il dato è mediamente quasi identico, considerando che i numerosi bias a cui sono soggetti i numeri non permettono una maggiore precisione. La probabilità di morire per chi si ammala di Covid oggi è circa 1 su 100, indipendentemente dalla copertura vaccinale.

Il grafico è stato costruito sulla base della Tabella 4 dei Bollettini di Sorveglianza Integrata ISS (documento esteso qui[3]), dividendo semplicemente il numero delle diagnosi di Covid per i morti per Covid nel mese precedente la rilevazione. È quindi verificabile da tutti (si  ponga solo attenzione al fatto che ISS pubblica nella stessa tabella dati con scansione temporale differente).

Incredibilmente, si sente contemporaneamente vantarsi, con inopinato orgoglio, che le terapie intensive sono piene di ‘Non vaccinati’. ISS conferma: solo il 36% degli attuali occupanti le terapie intensive è vaccinato.

In un paese normale questo fatto avrebbe già dovuto provocare l’apertura di un’inchiesta della magistratura. Infatti se tutti hanno la stessa probabilità di morire per Covid, perché i ‘Vaccinati’ non sono curati nelle terapie intensive?
Dove muoiono tutti questi pazienti vaccinati?
Sono forse rimandati a casa nella falsa presunzione che siano protetti?
Sono riallocati in altri reparti non intensivi?
E soprattutto, visto che non sono graditi nelle terapie intensive, sono curati adeguatamente?

Solo la magistratura potrà rispondere a tali quesiti, potendosi ipotizzare reati molto gravi, dall’omissione di soccorso, all’omicidio colposo, al concorso in strage.
Soprattutto se dall’alto (come si sussurra), siano arrivate indicazioni di trattare in modo differente le due tipologie di pazienti.

In conclusione non possiamo che augurarci che ai tecnici dell’ISS sia ancora permesso di fare onestamente il loro lavoro e di informare il paese sulla reale consistenza della pandemia e sui risultati della campagna vaccinale, informando i lettori dell’eroica resistenza che stanno opponendo alla censura di regime.