Nonostante la notizia sia stata censurata da tutti i media italiani, il mercoledì 2 dicembre Trump ha pronunciato ‘Il più importante discorso che abbia mai fatto‘, come lui stesso ha detto nell’incipit.
E si è trattato di una presa di posizione assoluta dalla quale ormai molto difficilmente potrà recedere.
Il dado è tratto, la dichiarazione di guerra è stata consegnata agli ambasciatori. D’ora in poi i margini per una trattativa non esistono più più. Avevano ragione i fedelissimi di Qanon: Il Comandante è pronto a combattere fino alla fine.
In un precedente articolo ‘Trump ha rilasciato il Kraken?‘ il nostro sito aveva un po’ ironizzato sulle roboanti affermazioni dell’entourage di Trump di aver liberato il mostro degli abissi (non solo perché nell’immaginario americano il Kraken è cosa, nella migliore delle ipotesi, un po’ ridicola, clamorosamente perdente nelle altre) ma anche perché Trump stava dando segnali di trattativa.
Nono solo aveva autorizzato l’inizio del passaggio delle consegne ma aveva anche dichiarato che era pronto a lasciare se la vittoria di Biden fosse stata ufficializzata.
Si era anche lasciato scappare un ‘Ci vediamo tra quattro anni’ che era sì una promessa di ricandidatura ma, anche, ovviamente una resa.
Vi erano rumors su una offerta di Murdoch di ben 100 milioni di $ per un suo libro di memorie e, molto più importante, la richiesta di una immunità giudiziaria per sé e la sua famiglia. Un salvacondotto che gli avrebbe permesso di vivere in pace gli ultimi anni nella sua tenuta in Florida (recentemente ristrutturata) in cambio di un suo ritiro dalla vita politica.
O erano voci false messe in giro dai democratici o quella che sembrava una trattativa di resa è fallita.
Nel più importante discorso della sua vita, Trump ha rivolto accuse pesantissime al Partito Democratico di brogli elettorali, che sconfinano nel tentativo di colpo di Stato, e ha assicurato che:
“Come Presidente non ho compito più importante che difendere la legge e la Costituzione degli Stati Uniti d’America… Noi difenderemo l’onestà del voto assicurandoci che ogni voto legale sia contato e ogni voto illegale non sia contato… Il Partito Democratico ha fatto stampare decine di milioni di schede elettorali inviate a persone sconosciute (!). Questo ha consentito frodi su larga scala mai viste prima (!). Utilizzando la pandemia i democratici e i giudici (!) hanno cambiato drasticamente le procedure delle elezioni appena pochi mesi, a volte alcune settimane, prima delle elezioni del 3 novembre”.
E ciò non è costituzionale.
In effetti pare che Trump abbia vinto le elezioni con un distacco enorme (15 milioni di voti) e che i democratici abbiano dovuto ricorrere a procedure di emergenza notturne per sostenere Biden, uno dei candidati più deboli della storia del paese.
Il video vale la pena di essere visto perché non accade spesso che un politico si esprima con tale improvvida chiarezza e disarmante candore.
In gran parte vi sono riassunte le frodi elettorali, peraltro già note, come il fatto che in molte contee vi siano più voti che abitanti, che durante la notte in molti stati siano arrivati centinaia di migliaia di voti tutti per Biden (cosa statisticamente impossibile), che decine di migliaia di cittadini che si sono recati a votare si sono sentiti rispondere ‘Ma avete già votato per posta’, etc.
E soprattutto vi dominano le accuse al sistema Dominion (una società che fa capo a Soros) che ha spostato la conta dei voti in paesi al di fuori degli Stati Uniti e attribuito a Biden i voti di Trump (è’ la cosa più pericola per i democratici, come spiegato nell’articolo precedente sul Kraken).
“Ogni distretto che ha usato Dominion deve essere monitorato e investigato. Noi abbiamo vinto senza alcun dubbio. Controlleremo come nessuno ha mai fatto prima”.
Corruzione a Detroit, corruzione in Georgia dove non si vogliono controllare le firme dei voti postali.
“Gli unici voti postali validi sono quelli dei cittadini degli Stati Uniti che hanno firmato la busta prima della chiusura dei seggi”.
“Difendere l’integrità del voto della nostra nazione è più importante di qualunque altra cosa che abbiamo fatto in questi anni”.
No, con dichiarazioni ufficiali di questo tenore, pronunciate personalmente, non si può più trattare una resa. È la guerra e si andrà fino alla fine.
Può Trump vincere la guerra?
A prima vista l’impresa sembra disperata. Non stupisce che, come qualcuno ha sussurrato, la sua famiglia lo abbia implorato di trattare a tutti i costi.
Le elite globaliste sue nemiche non hanno solo il pieno controllo del Partito Democratico ma anche di vistosi pezzi del Partito Repubblicano (come la famiglia Bush ad esempio). Hanno il pieno controllo di tutte le televisioni, dei giornali e dei social media. Hanno il controllo della CIA e dell’FBI, del sistema sanitario con Fauci, e così via.
Trump ha solo il supporto di qualche generale del Pentagono (in pensione) e del popolo americano (neanche tutto).
Più che una dichiarazione di guerra sembra un inno a Leonida e ai suoi 300 eroi, che alle Termopili fermarono per una settimana il mostruoso esercito persiano di Serse I, forte di due milioni di uomini. Leonida sapeva di andare incontro a morte certa, Trump forse non lo sa.
Ma, se si deve morire, tanto vale morire da eroi.
E poi, chissà, i miracoli… Se Trump vincerà sarà evidente che Dio era dalla sua parte, come ha sostenuto Mons. Viganò.