
Vi sono curiose manovre intorno al relitto del Titanic che giace in mezzo all’Atlantico a 3800 metri di profondità, che hanno a che fare con il recupero del suo tesoro.
Il Telegraph ha pubblicato il 28 gennaio 2020 la notizia che un sottomarino privato avrebbe urtato il relitto del Titanic tra il 29 luglio 2019 e il 4 agosto 2019.
La cosa sembrerebbe non avere poi troppa importanza ma il Telegraph ha saputo la cosa per aver avuto l’accesso a un procedimento giudiziario americano sui diritti di recupero dei manufatti del Titanic.
La RMS Titanic Inc. è una società con sede ad Atlanta che ha i diritti esclusivi sui manufatti dal relitto e non sembra avere gradito molto che un sottomarino privato si aggirasse intorno alla nave con intenzioni non precisate. L’ente pubblico americano (NOAA, National Oceanic and Atmospheric Administration), responsabile della protezione del sito, sembra abbia taciuto dell’incidente sia alla stampa che ai portatori di interessi per molti mesi.
La NOAA, inoltre, si oppone da tempo alla richiesta della RMST di poter estrarre manufatti dalla nave tagliando una parete dello scafo, in particolare la mitica ‘Stazione Marconi‘, la stanza da dove l’eroico marconista Jack Phillips continuò a lanciare disperatamente nell’etere la richiesta di aiuto per più di due ore e mezza prima di colare a picco con il transatlantico, nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912.
Sarebbe davvero commovente se, a più di un secolo di distanza, si trovasse ancora lo scheletro di Jack chinato sulla sua trasmittente. Il suo gesto eroico salvò la vita dei 700 passeggeri che riuscirono a salire sulle scialuppe e che furono raccolti dalla Carpatia, il cui marconista stava dormendo ma aveva lasciato accesa la ricevente che lo svegliò. I soccorsi arrivarono all’alba ma l’insufficiente numero delle scialuppe costò comunque la vita a 1500 persone. Per amore di verità bisogna precisare che l’altro marconista, Harold Bride, fuggì in tempo e si salvò.
Fra i passeggeri del Titanic avrebbero potuto esserci lo stesso Marconi e la sua famiglia.
Marconi infatti aveva ricevuto l’invito (gratuito) a partecipare al viaggio inaugurale del Titanic con moglie e figli. Lui però decise partire qualche giorno prima con il Lusitania (a pagamento) ma confermò la partenza della moglie e dei bambini. Fortunatamente il figlio più piccolo, Giulio, si ammalò il giorno prima di partire e sua moglie Beatrice decise di restare a casa (per maggiori dettagli si veda Maurizio Agostini. La Terra canta in Do).
In ogni modo, allo stato attuale, la RMST ha il permesso da parte di NOAA di recuperare manufatti solo in un campo di detriti vicino alla nave ma non all’interno. È chiaro che, se sottomarini privati possono permettersi di aggirarsi in loco, cercando forse anche di entrare nel relitto, con o meno il permesso di NOAA, i diritti di recupero di RMST sarebbero solo carta straccia.
NOAA ha negato di aver insabbiato il caso, dicendo che era venuta a conoscenza dell’incidente solo di recente ma circostanze e testimonianze sono assai confuse e vi è la sensazione che le manovre per il recupero del Tesoro del Titanic sino solo all’inizio.

Fino ad oggi, nei dintorni dello scafo, sono stati recuperati da RMST una ventina di gioielli, per una valore di una ventina di milioni di €, ma sembra che gioielli e monete che erano contenuti nella cassaforte del Titanic possano valere centinaia di milioni di €. Più naturalmente tutti i cimeli che potrebbero essere restaurati e venduti in aste milionarie.
Il tempo però gioca a sfavore del recupero perché la struttura del transatlantico è molto danneggiata.
RMST stima che i solai interni possano crollare tra poco (compreso quello della mitica ‘Stazione Marconi’) rendendo impossibile ogni intervento.
Durante la traversata la Compagnia aveva invitato a depositare denari e preziosi nella cassaforte. Ma non tutti passeggeri accolsero l’invito: Eleanor Elkins Widener non lo fece. Possedeva la collana di perle e diamanti più costosa del mondo, regalatele dal marito, e non voleva separarsene. La collana le portò fortuna: Eleanor si salvò insieme alla sua collana, che vale oggi 17 milioni di $.
Si sussurra che il Commissario di bordo diede ordine, poco prima del naufragio, che il contenuto della cassaforte fosse trasferito in borse di pelle e portato sulle scialuppe. Il Commissario perì nel naufragio e delle borse di pelle si persero le tracce.
Non è impossibile che qui si trovasse anche una partita di diamanti dei De Beers, di valore inestimabile, che sarebbe dovuta servire alla capitalizzazione della Federal Reserve, la banca centrale americana che fu fondata l’anno successivo, nel 1913, dal suo promotore il banchiere J.P. Morgan.
Curiosamente J.P. Morgan era anche il proprietario del Titanic.
Una bella spy story è Clive Cusserl. Recuperate il Titanic. E rivedere anche il film di James Cameron con Leonardo di Caprio è piacevole, in attesa di eventi.