La resa della Russia cristiana

Nel libro di Maurizio Agostini, L’assassinio della Storia, si propone un’originale chiave interpretativa della guerra in Ucraina, sempre più altrimenti incomprensibile.

Come si può evincere dai commenti, a volte stupiti a volte imbarazzati, degli esperti in geopolitica le motivazioni di Putin sono tutt’altro che chiare, le sanzioni occidentali danneggiano soprattutto l’Occidente invece che la Russia, le operazioni di quella che avrebbe dovuto essere una guerra lampo si dilatano in narrative misteriose su cui non c’è quasi nulla da riferire.
Insomma la usuali categorie interpretative sembrano del tutto inadeguate per cercare di capirci qualcosa.

Vale quindi la pena di prendere in considerazione l’interpretazione alternativa contenuta nel libro di Agostini, che sostiene che i soggetti operanti non sono più gli Stati, come si usa pensare nella geopolitica tradizionale. Gli Stati Uniti, la Russia, la Cina cioè non sono più potenze contrapposte che combattono tra loro in difesa dei loro popoli, anzi questa visione è assolutamente fuorviante.

Gli attori principali della commedia sono invece le varie oligarchie che dominano il mondo che, nelle loro diversità, non combattono per i popoli ma per sé stesse.
L’Occidente è dominato da oligarchie finanziarie che hanno una precisa strategia di lungo periodo, che prescinde totalmente dal benessere delle popolazioni, anzi ne contempla la decimazione e un feroce impoverimento. La Cina è dominata da oligarchi politici post-comunisti come la Russia, che però conserva una impronta giudaico-cristiana anche se in una situazione di instabilità.

La ‘guerra’ quindi non è tra Russia, Ucraina, Europa o Stati Uniti, ma è tra le elite dominanti, variamente associate, e i loro stessi popoli.
Solo assumendo la verità di questo postulato quello che accade comincia ad acquistare un senso.

Negli anni settanta, sotto la spinta di Kissinger, la Cina fu ammessa nel consesso mondiale e le fu delegata la maggior parte della produzione manifatturiera, dando inizio all’era della ‘Globalizzazione’.
I termini usati dalle oligarchie occidentali sono fuorvianti e la ‘globalizzazione’ era solo un modo per riciclare il concetto di Governo Mondiale che resta il loro scopo ultimo, un governo dittatoriale che ponga fine al pensiero e alla tradizione giudaico-cristiana, anche nelle sue declinazioni laiche provenienti dalla Rivoluzione francese, cioè che ponga fine alla democrazia, ai diritti umani e alla uguaglianza tra gli uomini per imporre un futuro transumano.

Il Mondo Nuovo, obiettivo dichiarato di Klaus Schwab, sarà un mondo in cui vedremo pochi ‘uomini-dei’, a cui tutto sarà concesso e che tiranneggeranno su masse diseredate di ‘uomini-uomini’, sempre più ridotti a prodotti zootecnici, privi di intelletto e incapaci di ribellarsi (si veda il libro di Giuliano Di Bernardo, Il futuro di Homo sapiens).
Non vi saranno più diritti inalienabili dell’uomo ma gentili concessioni solo nel caso il singolo individuo obbedisca ai diktat del potere. In tutto il mondo.

La Cina, in questa interpretazione del Grande Reset così accuratamente descritto dai complottisti di Davos, era benvenuta oltreché indispensabile. Le oligarchie cinesi hanno già da tempo abituato il popolo a essere obbediente, tramite il dominio storico della cultura confuciana, e hanno già istituito un sistema di credito sociale in cui solo chi si comporta ‘bene’ può accedere a certi servizi.

Una società quindi non più basata sulla ‘Sorveglianza’ ma su un meticoloso ‘Controllo’ (qui).

In questa ottica gli oligarchi cinesi sono dei perfetti alleati degli oligarchi occidentali.
La Cina non si contrappone affatto agli Stati Uniti ma entrambe le oligarchie al potere sono alleate contro i loro popoli, come acutamente aveva già compreso Kissinger cinquanta anni fa.

L’unico vero ostacolo all’instaurarsi di un Governo Mondiale dittatoriale e transumano è rimasta la Russia cristiana che, ribellatasi all’omologazione all’Occidente di Gorbaciov e Eltsin, ha ripreso la sua sovranità sotto la leadership di un forte e determinato Vladimir Putin.

Non a caso il principale nemico, secondo le dichiarazioni di Biden e del Deep State americano, è proprio la Russia e non la Cina. Non perché con le oligarchie cinesi non vi siano contrasti ma perché con esse gli accomodamenti sono sempre possibili, data la comunanza di interessi e di pensiero.

Pur con molte ambiguità invece la Russia resta l’ultimo baluardo del pensiero giudaico-cristiano, della uguaglianza tra gli uomini e dei diritti personali.
La Russia è il katechon, il baluardo, che sta impedendo il pieno realizzarsi del Mondo Nuovo ma la vicenda ucraina è la trappola che è stata architettata, con grande maestria, per risolvere questo fastidioso problema.

Per le oligarchie occidentali (non per i loro popoli) si tratta di un gioco win-win: qualunque cosa accada vinceranno sempre.

Il Piano A è ovviamente quello di far cadere Putin e di sostituirlo con qualche oligarca russo sensibile alle sirene occidentali. In questo caso il Governo Mondiale descritto nel libro di Aldous Huxley, Brave New World, è alle porte. Ma riportiamo integralmente il testo tratto dal libro di Maurizio Agostini, L’assassinio della Storia (scritto profeticamente prima della guerra ucraina):

La seconda profezia: la resa della Russia cristiana

Una componente essenziale del Piano è il governo mondiale dell’UNO di Di Bernardo (si veda il libro di Di Bernardo, Il futuro di Homo Sapiens), che però non esiste ancora. Il mondo in cui viviamo oggi sembra più vicino al mondo di Orwell, con tre SuperStati in apparente conflitto tra loro, che non a quello di Huxley.

L’Occidente, la Cina e la Russia sono molto simili ai tre SuperStati orwelliani ma non identici.
Se la Cina è infatti un’entità essenzialmente a-storica, in cui il passato è riscritto conformemente alle necessità del presente, e la cui complicità con le varie elite occidentali è assodata fin dagli anni settanta del secolo scorso, la Russia attuale resta ancora l’ultimo baluardo della civiltà giudaico-cristiana.
Non a caso Mosca fu chiamata la Terza Roma alla caduta di Costantinopoli. Qui, ad oggi, la religione cristiana non è stata corrotta, il concetto di Storia è ben presente, i media non sono controllati dalle elite occidentali. Insomma la Russia di Putin costituisce per i Superiori Illuminati un grosso ostacolo e non a caso il ‘Nemico’ per loro non è la Cina ma la Russia.

Per avere un vero governo mondiale e poter varare serenamente la sostituzione dell’uomo attuale con l’Uomo Nuovo, c’è assoluto bisogno che la Russia si conformi al Piano e che la sua attuale dirigenza sia sostituita.
Dopo il crollo dell’Unione Sovietica e l’avvento di Eltsin sembravano spalancarsi praterie per le oligarchie occidentali nell’assimilazione della Russia all’Occidente. Ma il popolo ha reagito e, forte di un profondo senso della nazione, ha messo al governo un grande statista con un consenso quasi plebiscitario. Putin è il maggiore intralcio non solo per il raggiungimento del governo mondiale ma anche per il raggiungimento del Piano B orwelliano, dei tre Superstati in conflitto solo apparente tra loro.
Lo si è visto con la strategia da lui usata con il Covid-19. Invece di contrapporsi frontalmente, denunciando che non si trattava di una epidemia ma di un piano bio-terroristico, ha cavalcato la tigre e ha messo a punto un vaccino prima dell’Occidente.
Si è trattato di un’abilissima mossa di judo, in cui la Russia ha sfruttato la forza dell’avversario per avvantaggiarsi. Infatti il vaccino Sputnik V le ha permesso di accreditarsi in paesi non allineati come partner strategico e ha tamponato, sia al suo interno che nel mondo, l’intento totalitario di Big Pharma e dei suoi mentori.
L’Occidente ha reagito scompostamente cercando di colpire uno Stato alleato dei Russi, a pochi chilometri da Mosca. Lukashenko, il presidente bielorusso, aveva rifiutato una succosa offerta del FMI per adottare i protocolli occidentali contro il Covid (in particolare quelli italiani, che infatti si sono rivelati i peggiori di tutti). Gli Stati Uniti hanno quindi organizzato un tentativo di omicidio di Lukashenko e di rivoluzione colorata nel paese. Con l’aiuto russo, nell’aprile 2021 i complottardi filo-americani sono stati scoperti e arrestati e il tentativo è fallito.

Sul fronte interno russo Navalny, l’uomo su cui aveva puntato l’Occidente, è in carcere, ancora più debole di due anni fa e resta marginale dell’immaginario russo.
Ma Putin non può dormire sonni tranquilli perché la posta in gioco è troppo grande e lo sforzo per defenestrarlo non finirà certo qui. La situazione interna della Russia è più critica di quella che possa sembrare perché molti cittadini faticano ad arrivare a fine mese.
Il tentativo di avviare una rivoluzione colorata in Russia è alle porte, anzi ‘deve’ essere alle porte, magari sfruttando ancora un dilagare di una qualche variante del Covid-19, ‘aiutata’ e opportunamente amplificata.

Se ciò riuscirà, il Governo Mondiale di Huxley è raggiungibile in tempi brevi perché la Cina è già da tempo incorporata nel Piano.
Si può infatti sostenere che le società occidentali si siano ‘cinesizzate’, intendendo con questo che il controllo dei governi sulla società è diventato decisamente più oppressivo e soprattutto che l’ideologia ‘liberista’ con al centro i vecchi, romantici Diritti dell’Uomo, sia già stata sovrastata da un pensiero collettivista, da una dittatura, che vede prevalere i Diritti della Collettività, con la scusa della salute pubblica o di una emergenza ambientale: una piccola elite che tutto può, una massa ‘egualitaria’ che non può nulla con ‘Diritti della Collettività’ decisi colà dove si puote ciò che si vuole.’

Nel caso però Putin dovesse resistere e la Russia cristiana si rivelasse un osso più duro del previsto, ci si può riposizionare senza traumi sul Piano B: la totale esclusione della Russia dal contesto occidentale.
In questo caso, il mondo si troverà organizzato proprio nei tre SuperStati orwelliani apparentemente in guerra perenne tra di loro, ma segretamente d’accordo di non farsi troppo male a vicenda per perpetuare lo status quo. È appunto il mondo descritto da George Orwell nel suo libro 1984.
Riprendiamo ancora le parole di Agostini:

Il mondo di Orwell, più vicino al nostro, è invece una dittatura esplicita classica, fondata sulla repressione del dissenso e sulla pretesa di ‘rieducare’ gli oppositori prima di eliminarli.
È di un’attualità impressionante anche se, all’epoca, non si potevano comprendere tutte le straordinarie implicazioni di questo capolavoro. Qui non si è ancora raggiunto l’obiettivo di un unico governo mondiale e la Terra è divisa in tre grandi Super-Stati, Oceania, Eurasia ed Estasia che sono organizzati, al loro interno, più o meno nello stesso modo. Si fanno guerre continue tra loro che, come tutte le guerre infinite, servono a mantenere lo status quo.
In Oceania, che comprende Europa occidentale e Stati Uniti, campeggiano ovunque cartelli pubblicitari con su scritto:
Il Grande Fratello vi guarda (Big Brother in inglese sarebbe, in realtà, il Fratello Maggiore più che il Grande Fratello ma rende bene anche così. La nota trasmissione televisiva ha sdoganato il termine e nessuno si è chiesto perché le era stato dato questo nome).
Ma anche:
La guerra è pace.
La libertà è schiavitù.
L’ignoranza è forza.
Affermazioni apparentemente contraddittorie, esempi storici del bi-pensiero orwelliano, che saranno meglio comprensibili nel seguito ma che riecheggiano in modo sinistro un mantra dei nostri giorni: il vaccino è libertà.
I due grandi libri profetici del novecento vedono il mondo dell’Ultimo Uomo perennemente uguale a sé stesso perché, essendo senza Storia, è destinato a essere eterno’.

Nel mondo di Orwell la sorte dell’Europa è miseranda, ridotta com’è a campo di battaglia dei tre SuperStati, perennemente condannata al degrado della sua economia e del benessere dei suoi popoli.
Perché così deve essere, perché Roma, dove nacque il cristianesimo, perché Parigi, dove gli schiavi cristiani diventavano uguali non solo nell’aldilà ma anche nel mondo, devono pagare il fio della loro colpa. La colpa di credere che l’uomo sia diverso dal resto del Creato perché fatto ad immagine e somiglianza di Dio.
E Berlino non può certo sperare di aver già saldato il costo per le sue ribellioni delle due guerre mondiali. Lì dovrà esservi solo pianto e stridor di denti.

Anche se parte dell’Europa dovesse restare nell’ambito della Oceania orwelliana ne sarà solo il campo di battaglia.
La realizzazione del Piano B prevede che l’Europa non abbia alcun interscambio economico con il nemico russo, quindi niente importazioni di gas, né di grano o di materie prime. Questo provocherà una specie di collasso economico dei popoli europei, privati anche dei mezzi di sostentamento, oltre che della libertà.
Con il pieno accordo delle elite europee che si porranno a guida di questo processo di distruzione come hanno già fatto negli ultimi anni in modo palese e straordinariamente efficace.
Per inciso la guerra permanente permetterà anche di abolire il noioso rito delle elezioni, rimandandole sine die.

In questo quadro la Russia resterà, non si sa per quanto tempo, autonoma ma confinata nei suoi territori, danneggiata fortemente dalle sanzioni, nell’attesa di una sua inevitabile capitolazione.
I suoi media, siano essi Russia Today o Sputnik, dovranno essere proibiti in Occidente, e nulla della contro-narrazione sovietica dovrà più essere visibile. Né i Russi potranno vedere Netflix o accedere ai social occidentali. Un’internet separata potrebbe risultare utile sia alle oligarchie russe che a quelle occidentali in modo i flussi informativi siano proprio azzerati. I russi non potranno avere conti bancari in Occidente né possedervi beni che verranno confiscati, in barba a qualunque principio legale si voglia immaginare, sempre protetti dalla dichiarazione di emergenza.
In Italia, sempre prima nel perseguire il peggio, lo stato di emergenza è già stato prorogato al 31 dicembre 2022 in attesa di diventare permanente.

Un piano B quindi transitorio e che porterà primo o poi al realizzarsi del Piano A:
L’unica domanda dei nostri tempi non è se il governo mondiale si riuscirà a stabilire o no, piuttosto la domanda è se sarà stabilito pacificamente o con violenza. Si voglia o no, avremmo un governo mondiale’, come ebbe a dire il famoso banchiere James Warbourg in una dichiarazione pronunciata di fronte alla commissione affari esteri del senato statunitense il 17 febbraio 1950.

La trappola ucraina è scattata: o la Russia si omologa e caccia Putin o alle oligarchie russe sarà permesso di sopravvivere ma solo all’interno dei loro confini, senza più rapporti con l’Occidente.

In entrambi i casi la strada al Nuovo Mondo transumano è spianata.

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2 pensieri riguardo “La resa della Russia cristiana”

  1. Quindi secondo questo articolo qualunque atto noi europei porremo in essere saremo fregati.Non è un invito a deporre le armi e arrendersi a intelligenze superiori?

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