La crisi che sta attanagliando il mondo ha avuto una data di inizio molto precisa, ignorata dai più ma che sarà ricordata negli annali futuri, se mai esisteranno annali futuri: il 17 settembre 2019.
In poche ore la finanza americana rischiò di implodere. Il mercato interbancario overnight smise di funzionare all’improvvico, nessuna banca voleva più prestare denaro alle altre banche neppure a tassi di interesse a due cifre per solo poche ore. La Fed riprese a inondare il mercato di dollari stampati dal nulla e salvò temporaneamente il sistema.
Un collasso del sistema monetario mondiale non poteva certo considerarsi una sorpresa, prima o poi doveva accadere. Le gigantesche quantità di denaro fiat (cioè senza alcun sottostante) stampate dal 1971 in poi, la mancata risposta strutturale alla crisi dei sub-prime del 2008, facevano pensare che il castello di carte sarebbe crollato. Piuttosto la cosa avvenne un po’ prima delle attese perché vari think tank delle oligarchie occidentali pensavano che la crisi finanziaria si potesse rimandare fino al 2023-2025 e quindi furono un po’ spiazzati da un anticipo di alcuni anni.
Se la Fed non fosse intervenuta in modo così massiccio, in quel giorno di settembre, le quantità di dollari ed euro stampate dal nulla, che fino ad allora erano rimaste confinate nei mercati finanziari provocando inflazione nelle borse e nei derivati (il costo delle azioni era appunto ‘inflazionato, cioè aumentato di tanto senza che ve ne fosse alcuna ragione reale), sarebbero debordate nel mondo reale provocando una crisi drammatica di tutti i prodotti finanziari e una fiammata inflattiva devastante sui beni reali. Un crisi peggiore di quella del 1929.
Tutti gli analisti seri (che di norma si guardano bene dal rivelare quello che pensano sui media) lo sapevano fin troppo bene. La necessità di stampare denaro in eccesso dipendeva dal sistema del debito, che richiede interessi, e che è stato usato per schiavizzare l’intero mondo. Stati e persone devono pagare gli interessi sui debiti e vendere la propria libertà per questo. Il collasso del sistema del debito, il Grande Giubileo, sarebbe stata la fine del dominio dell’Occidente nel mondo, del signoraggio del dollaro e la fine dell’impero americano che proprio sul signoraggio del dollaro si basava?
Il signoraggio del dollaro, che è il nodo che ha dominato la geopolitica del dopoguerra, è un concetto molto semplice da capire nonostante la stampa mainstream faccia di tutto per confondere le acque. Chi ha il potere di stampare dollari dal nulla può, con questa carta straccia, comperare dei beni reali, come, ad esempio, un barile di petrolio, senza pagarlo quindi. Tutti i prezzi di merci denominati in dollari lo permettono. Chi ha provato ad opporsi, come Sadam Hussein o Gheddafi, è stato spazzato via senza esitazioni.
Gli Stati Uniti (in realtà alcuni oligarchi finanziari all’interno degli Stati Uniti, che sono i veri ‘stampatori’) possono quindi comperarsi quello che vogliono, gratis. Dagli eserciti, ai servizi segreti, ai politici, ai giornalisti, alle finte opposizioni, e così via.
Ma queste quantità di denaro, erogate a debito, tendono a crescere esponenzialmente e, ad un certo punto, a diventare ingestibili. Cosa fare dei dollari che inondano il mondo se qualcuno comincia a rifiutarli? Quando succederà?
In un nostro profetico articolo (qui) si individuava proprio nel 2020 l’anno del Grande Giubileo, proprio sulla base che la semi-sconosciuta ‘crisetta’ del settembre 2019 era la spia che il tempo era giunto.
Infatti, venerdì 18 ottobre 2019, solo un mese dopo, Bill Gates lanciò la ‘pandemia’, tramite l’Evento 2001, un po’ frettolosamente, perché, come detto, lo avevano programmato qualche anno dopo, ma senza dubbio in modo assai efficace.
La liberazione nel mondo di un virus respiratorio fatto in laboratorio ebbe l’immediato effetto di raffreddare l’economia tramite i lockdown (la cosa era programmata. Si veda il Rapporto della Rockefeller Foundation di dieci anni prima).
Ciò diede il tempo alle elite ritardatarie di liberarsi degli investimenti a rischio ma soprattutto rallentò la partenza dell’inflazione (cioè della perdita di valore delle monete). E servì anche a farci toccare con mano quanto era avanzata la messa in opera del Grande Reset senza che ce ne fossimo accorti. In brevissimo tempo la pandemia aveva rivelato:
– la totale sottomissione dei popoli, annichiliti dalla Paura;
– la fedeltà dei politici occidentali e industriali vari che, come un sol uomo, si erano appiattiti sugli ordini ricevuti;
– l’impossibilità di organizzare proteste per i divieti di assembramento;
– la disarticolazione della società tramite la diffidenza del vicino;
– l’emarginazione dei dissidenti;
– la censura quasi totale su internet;
– la forte riduzione del contante;
– gli inauditi abusi all’interno dei residui di democrazia ancora esistenti, senza alcuna opposizione;
– l’accettazione implicita della guerra biologica.
Ma la pandemia del coronavirus fu solo il primo passo verso il progetto del Grande Reset e della creazione della società totalitaria neofeudale.
Per contrastare la crisi finanziaria incombente e farne pagare i costi ai popoli, all’immediata messa in campo della Pandemia (cioè del Cavallo Verde dell’Apocalisse), seguì, a stretto giro, l’implementazione della Crisi economica, la fine della globalizzazione, cioè del Cavallo Nero. E sempre, a stretto giro, fu dato inizio alla Guerra, il Cavallo Rosso (per una trattazione più esaustiva si veda qui).
I nostri Superiori Illuminati non sembrano infatti dotati di grande fantasia: si attengono alle scritture. Ma lo fanno in modo encomiabile. Per fronteggiare la crisi hanno schierato, in men che non si dica, tre dei Cavalieri dell’Apocalisse, la Peste, la Carestia e la Guerra. Per ora non è ancora comparso il Quarto cavaliere, quello sul Cavallo Bianco, ma anche così il Grande Giubileo è ufficialmente partito.
Qual è lo scopo di questa strategia così ben coordinata?
‘Profeti’ ben informati del secolo scorso avevano descritto assai bene due scenari a cui fanno riferimento le nostre oligarchie.
Obiettivo ultimo è sempre l’unico Governo Mondiale, descritto bene da Huxley, in Brave New World. Un mondo totalitario in cui i singoli Stati sono ridotti a pure cinghie di trasmissione di poteri sovranazionali, mai eletti da nessuno, e che, in assenza di ogni opposizione, implementano il Nuovo Ordine Transumano.
Tramite la ‘globalizzazione’, la cooptazione della Cina a partire dagli anni settanta del secolo scorso, la conquista della Russia con Gorbaciov e Eltsin negli anni novanta, sembrava proprio che la Grande Opera fosse direttamente raggiungibile in tempi brevi.
Ma la rinnovata resistenza della Russia, sotto la guida di Putin, ha complicato non poco le cose e ha rallentato a tal punto il disegno globalista che la crisi finanziaria è esplosa prima del previsto. Inoltre la Cina di Xi, pur stando alla finestra in attesa degli eventi, sembra aver tradito molte delle speranze occidentali.
Lo si può vedere dalle biliose e disperate parole di Soros: ‘Possiamo solo sperare che Putin e Xi vengano rimossi dal potere prima che possano distruggere la nostra civiltà’. (per vedere l’intera intervista qui).
L’incertezza sul da farsi causata dalla inaspettata resistenza russa (e dalla crescente riottosità cinese) ha comportato una divisione al vertice delle elite occidentali, tra coloro che pensano che sia necessario rischiare il tutto per tutto in una guerra totale contro la Russia, in modo da spezzarle le reni definitivamente e coloro che, più realisticamente, si accontentano di stabilizzare un regime transitorio, quello descritto da Orwell in 1984.
Un mondo diviso in tre grandi Super-Stati in perenne, ma in fondo fittizia, lotta tra di loro in quanto al loro interno organizzati in modo simile come totalitarismi auto-referenti.
I tre Super-Stati orwelliani sono del tutto sovrapponibili all’Occidente, alla Russia e alla Cina di oggi. Se il governo mondiale, più volte invocato dalle massonerie mondialiste, rimane per tutti l’obiettivo finale, il transitorio orwelliano è per molti un punto di approdo soddisfacente.
In questo Piano B è impellente definire il limes, il confine tra l’Occidente, le potenze marittime anglofone, e il resto del mondo. In Orwell il confine passa proprio per l’Europa per un motivo ben preciso: impedire alle genti tedesche di dominare il continente e costituire un quarto polo vagamente indipendente.
I tre grandi blocchi dovranno essere autosufficienti e indipendenti, con una sorta di cortina di ferro che li separa. Alla tanto decantata globalizzazione deve essere imposto uno stop immediato, a riprova che essa non era un fine ma solo un mezzo per raggiungere il dominio sul mondo. Se il dominio sul mondo, per ora, non si può raggiungere la globalizzazione non serve più, anzi c’è bisogno di protezionismo, indipendenza e autarchia per le risorse strategiche (all’interno dei tre blocchi).
La guerra in Ucraina rappresenta un’ottima opportunità per i Superiori Illuminati occidentali, una sorta di strategia win-win.
Se la Russia ‘perde’, se Putin cade tramite una qualche rivoluzione colorata, la strada per il Governo Mondiale è spianata, senza che una Cina titubante e pragmatica possa opporvisi.
Se la Russia ‘vince’, il limes si definirà automaticamente e l’Europa sarà militarmente separata dalle steppe russe. L’integrazione economica tra Russia e Germania (e Italia) sarà impossibile, le importazioni di energia e materie prime dalla Russia vietate perché non si tratta solo di definire un confine geografico ma anche economico. Per intanto il gasdotto North Stream è già stato trasformato in ‘una ferraglia che giace in fondo al mare’ senza che nessuno abbia protestato (qui).
Sembra proprio che il 2023, sarà l’anno decisivo e che dovremo aspettare solo poche settimane per sapere quale realtà si sostituirà agli equilibri stabiliti dalla Seconda Guerra Mondiale.
È la Guerra infatti che definisce gli equilibri ed è proprio quello che uscirà dalla guerra ucraina che disegnerà le geopolitica futura.
Se, tra le elite occidentali, prevalesse la fazione degli Irriducibili, i neocon che pensano che non via sia alternativa alla totale distruzione della Russia, anche tramite una guerra atomica, per puntare direttamente al Governo mondiale, l’escalation militare a breve sarà inevitabile e il nostro futuro sarà solo nelle mani di Dio.
Se invece, come speriamo, prevarranno alla fine i pragmatici Fabiani, che preferiscono procedere un passo alla volta e hanno elaborato, già ottanta anni fa, il Piano B orwelliano, allora la guerra potrebbe terminare, con la definizione di un confine tra i blocchi che passerà inevitabilmente in mezzo alla martoriata ucraina.
A quel punto sarà interessante studiare le caratteristiche di questo Mondo Nuovo che sta emergendo nel post-Giubileo e che potrebbe anche riservare sorprese rispetto alla distopia orwelliana.
Magari in attesa del misterioso Cavallo Bianco dell’Apocalisse, che ancora non si è palesato in tutta la sua potenza.