In questi giorni il nubifragio che ha colpito la zona di Catania obbliga a fornire una spiegazione un po’ più credibile della narrazione mainstream.
Che tutto ciò sia causato dal riscaldamento globale è un’affermazione ovviamente falsa.
Il riscaldamento globale non esiste, anzi ci avviamo verso un periodo di raffreddamento globale dovuto a una ridotta attività solare. Ma anche se esistesse non produrrebbe questi effetti. In ogni caso sostenere che ‘Fa più freddo perché fa più caldo’ è una scemenza bella e buona, così come sostenere che i cambiamenti climatici dipendono dalle emissioni di anidride carbonica (per saperne di più si veda qui).
Nubifragi e siccità sono invece dovuti, come molti autori hanno già affermato, a esperimenti messi in atto da grandi potenze militari, fin dagli anni sessanta, volti a controllare il clima.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti il programma cominciò, ufficialmente, nel 1966 con il documento della Nasa: Recomended National Program in Weather Modification , per Russia, Cina, Francia e altri Stati minori poco dopo.
Il controllo del clima è infatti una vera e propria arma e quindi non ci si può certo stupire se i vertici militari di tutto il mondo se ne occupino, perché stanno facendo semplicemente il loro dovere. Non si può certamente lasciare lo sviluppo di un’arma così promettente e pericolosa in mano al nemico senza neppure studiarla.
Chi nega che le scie chimiche esistano non solo sta dando degli incapaci ai capi supremi degli eserciti mondiali ma non legge neppure i giornali.
Di recente infatti il Governo di Dubai si è addirittura vantato, in diretta mondiale, di aver fatto piovere a dirotto sul suo paese, usando proprio le scie chimiche (qui).
In verità non si tratta di notizie recenti perché i primi esperimenti sul clima risalgono agli inizi del ‘900. Per una approfondita disamina storica dei programmi mondiali di geo-ingegneria si veda qui.
Nel 1996 l’Aeronautica militare statunitense pubblicò l’importante rapporto Owing the weather in 2025 (qui in traduzione italiana), in cui si spiegavano in dettaglio gli obiettivi e le azioni programmate e si auspicava di avere il controllo totale del clima entro 2025.
Visti gli accadimenti odierni sembra che il programma sia stato rispettato.
Non si tratta di documenti segreti perché sono accessibili a tutti, facilmente reperibili sul web. Restano ovviamente riservate le modalità applicative.
Molti chiamano queste operazioni geo-ingegneria ‘illegale’ o ‘clandestina’ ma non è vero perché sono attività ‘legalmente’ autorizzate. Si tratta invece di geo-ingegneria riservata, coperta, segreta così come sono riservate le attività dei servizi segreti. Come è ovvio.
I debunker invece, che sostengono che le scie che vediamo nei nostri cieli sono scie di condensa, oltre a ignorare le basi della fisica (la condensazione dei fumi in uscita dai motori è fenomeno rarissimo e comunque invisibile da terra perché avviene sopra gli 8.000 metri), fanno solo malamente il loro mestiere, perché potrebbero trovare argomenti meno impresentabili per ubbidire utilmente ai servizi (che giustamente pretendono riservatezza in merito).
Ad esempio farebbero un lavoro migliore se sostenessero che le scie sono provocate da additivi presenti del kerosene (che è cosa vera, per gli aerei civili) per far risparmiare combustibile (che è cosa falsa ma non facilmente dimostrabile). Ma non spetta certo a noi insegnare il lavoro ai debunker.
Le scie chimiche non sono quindi un complotto ma attività ‘lecite’ e regolarmente autorizzate, anche se riservate, gestite in ambito militare. Le compagnie aeree civili sono parte organica del piano ma non potrebbero fare diversamente, del resto.
Per avere un quadro esauriente sul problema delle modificazioni climatiche e delle loro cause si può vedere il documentario qui riportato, prodotto da Rosario e Antonio Mascianò che, in modo preciso e puntale e senza inutili forzature, spiega cosa sono realmente le scie chimiche e qual è il loro scopo.
La loro motivazione principale, ad oggi, non sembra essere direttamente quella climatica ma sembra essere invece quella connessa a creare un’atmosfera adatta alle esigenze delle telecomunicazioni, sia militari che civili.
In primis ciò significa ridurne il vapore acqueo, perché esso scherma le trasmissioni elettromagnetiche ad alta frequenza. Si immettono quindi in atmosfera sostanze igroscopiche (silicio, litio, alluminio, bario, etc.) che ne favoriscono la condensazione (cioè fanno piovere). L’esperimento di Dubai, in una zona molto problematica del pianeta, è probabilmente connesso a questa tecnologia militare che non alla bizzarra idea di far piovere a dirotto nel deserto.
Naturalmente si può e si deve ricercare anche il modo per ottenere il contrario, cioè immettere sostanze che favoriscano la concentrazione del vapore acqueo in atmosfera (cioè provochino siccità), ostacolando così le precipitazioni ma anche le comunicazioni del nemico.
Non è obbligatorio usare solo le scie chimiche per seccare l’atmosfera perché vi sono anche radiazioni elettromagnetiche che scindono il legame tra ossigeno e idrogeno, per una sorta di risonanza, dissolvendo così la molecola d’acqua. La versione ufficiale dell’esperimento di Dubai indicava infatti che le scie chimiche erano state ‘attivate’ da onde elettromagnetiche emesse da terra con risultati notevolissimi.
L’immissione di tali sostanze, di metalli pesanti in particolare, anche a fini sperimentali, non sembra però essere del tutto innocua per la biosfera. Sembrerebbe, ad esempio, che la moria delle api sia proprio connessa alle scie chimiche, in particolare alle ricadute di bario, alluminio e torio che sono neurotossici, oltre a rendere troppo alcalino il terreno.
La presenza di torio nel terreno è prova provata che vi sono state irrorazioni in quell’area visto che altrimenti non se ne trova traccia, se non in luoghi particolari.
La disinformazione su un argomento così delicato naturalmente impazza, rendendo la comunicazione ufficiale ridicola e totalmente impregnata della ormai nota ‘Ideologia della Scemenza’, in quanto factchecker e debunker non hanno la statura intellettuale per inventarsi motivazioni plausibili su quello che sta succedendo.
Un generale italiano, noto per la sua schiettezza e onestà intellettuale, così si esprime sul controllo del clima, senza naturalmente poter rivelare quello che rivelabile non è (vedi filmato).
Il problema non è tanto la riservatezza, che è obbligatorio tenere su certi argomenti (le scie chimiche non sono certo l’unico argomento da dover tenere riservato e neppure il più importante), ma è la ormai totale perdita di credibilità delle autorità politiche e scientifiche, ormai radicata in grande parte della popolazione.
Una Autorità degna di questo nome, come poteva essere, ad esempio, il presidente Roosevelt, non aveva certo nessuna difficoltà a porre il Top Secret sul programma nucleare americano durante la seconda guerra mondiale. Giornalisti, media e popolo stesso avrebbero capito immediatamente e non si sarebbero azzardati a chiedere altro.
Ma le autorità di oggi (tutte, da quelle scientifiche a quelle politiche a quelle mediatiche) hanno perso ogni credibilità, dopo decenni di corruzione, intrighi, complicità, depistaggi e, crediamo soprattutto, dopo aver promosso, in ogni occasione, quella ‘Ideologia della Scemenza’ che continua a imperare sui nostri giornali.
Si danno ‘spiegazioni’ che sono non solo false ma delle vere proprie ‘prese per il culo’. Per questo motivo queste autorità non sono più in grado di dire al popolo: ‘Questo è Top Secret’. Il popolo non ci crede più e si ribella.
In sostanza il problema ultimo non sta nel mantenere la riservatezza su ciò che deve essere mantenuto riservato ma è che, per poter far accettare questa affermazione, c’è bisogno di autorità credibili e rispettate. Altrimenti le masse, giustamente, non si fidano e vogliono, altrettanto giustamente, sapere.
E questo può mettere in grandi difficoltà soprattutto i vertici militari, nazionali e non.
Questa credibilità non si può imporre con la violenza e soprattutto non la si può comperare, come le nostre elite credono di poter fare su tutto.
Si può acquisire solo dando prova:
a) di stare dalla parte del popolo e non dalla parte di BigPharma e della finanza internazionale;
b) di dire la verità, almeno tutte le volte che si può. Nella consapevolezza che una parola di verità distrugge dieci parole di ridicole menzogne.